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A Milano apre Ukio, affitti a medio termine per i nomadi del lavoro: «Ai proprietari il 25% di rendimento in più»

di
Francesca Gambarini

Arriva in Italia la prop-tech che offre soluzioni di housing flessibile: affitti a medio-lungo termine (oltre i 30 giorni) destinati alla clientela corporate e con case di design in luoghi strategici della città

Mentre la nostra politica discute sull’aumento della tassa per gli affitti brevi, c’è un’altra novità sul mercato immobiliare italiano. Apre infatti a Milano la nuova filiale di Ukio, prop-tech che offre soluzioni di housing flessibile: affitti a medio-lungo termine (oltre i 30 giorni) destinati alla clientela corporate: chi viaggia per affari, professionisti, lavoratori della conoscenza, nomadi digitali. Una nicchia di mercato in crescita e con specifiche richieste, a cominciare da appartamenti ben rifiniti e funzionali. Che i fondatori di Ukio, i fratelli Stanley e Jeremy Fourteau, hanno intercettato, aprendo in cinque anni sei mercati in Europa: oggi il conto arriva a 1400 appartamenti tra Barcellona, Madrid, Lisbona, Parigi, Berlino e quelli che sono ora disponibili a Milano. «L’approdo in Italia è un passo naturale per il nostro business — dice Stanley Fourteau, ceo della società, che ha in pancia i venture capital Felix Capital, Heartcore e Breega e la banca di Andorra ANDBank —. A Milano la domanda per questo segmento, che pesa in media il 3-4% del mercato di una metropoli europea, è in veloce crescita. È il momento giusto per essere qui».

Le previsioni e gli orizzonti

A tendere il mercato tricolore potrebbe arrivare a pesare, in tre, quattro anni, il 15% del business di Ukio, che oggi fattura 40 milioni di euro, previsti in aumento a 51 milioni nel 2025. L’investimento iniziale sotto il Duomo è di 500 mila euro, cifra che comprende spese di progettazione e ristrutturazione, locazioni, pagamenti ai proprietari e altre voci di costo. Lo sviluppo potrebbe non fermarsi a Milano. «A lungo abbiamo dibattuto se aprire a Milano o Roma, e non escludiamo di espanderci ancora in Italia — dice il ceo — ma la nostra aspirazione è essere globali, quindi ci muoveremo prima verso altri Paesi, in città come Londra e Dublino». Globale è un aggettivo che ben descrive la realtà di Ukio, «globali come chi ci sceglie, collaboratori di multinazionali del calibro di Lvmh, Google, Amazon, Astrazeneca, Bain, McKinsey — spiega Fourteau —. Ben il 60% del nostro business deriva da trasferte aziendali e lavoratori della conoscenza». L’altro aggettivo è premium. «Non abbiamo un’offerta di lusso — dice il ceo — ma premium: i nostri clienti hanno necessità precise. A noi spetta anche individuare il quartiere più adatto, dove poter ricreare le proprie abitudini e integrarsi nella comunità, ad esempio. E forniamo assistenza prima, durante e dopo il trasferimento». Sentirsi a casa è un mantra per Fourteau: lui e il fratello hanno fondato la società essendo loro stessi nomadi per lavoro e non solo. «Sentirsi a casa è importante: papà viaggiava per lavoro e per noi non è stato sempre facile ambientarsi. Da adulto ho fatto la stessa esperienza: lavoravo per Airbnb in Brasile e mi sono dovuto trasferire a Barcellona, dove ho avuto bisogno di avere a disposizione la casa giusta al momento giusto».

In Italia Ukio comincia a operare con un team di quattro persone. «Sono manager con un’esperienza pregressa nel settore», spiega il ceo. A capo delle operazioni c’è Gabriele Angeleri, un passato nell’hotellerie e fondatore di Deliveristo, app b2b per l’acquisto di prodotti per hotel e bar direttamente dai fornitori. Il piano dell’azienda prevede l’acquisizione entro l’anno di venti appartamenti. «Milano non ha la stessa quantità di case obsolete come Parigi— spiega il ceo — e i palazzi sono ben costruiti. Perché un appartamento entri nel nostro catalogo, però, deve soddisfare circa 50 requisiti, dall’illuminazione naturale, al numero di stanze, dal piano alto alla zona, meno residenziale e più business».
A guadagnarci non sono solo i nuovi inquilini, giura Fourteau. «Garantiamo ai padroni di casa rendimenti più elevati fino al 25% dell’affitto standard. La rendita è coperta anche se la casa resta vuota per un certo periodo o se il cliente non paga la mensilità o la manutenzione. Infine, ci assicuriamo che tutto resti come nel momento in cui è stato consegnato».

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7 novembre 2025 ( modifica il 7 novembre 2025 | 19:35)