Gli affari della ’ndrangheta, maxi condanne
I giudici di Milano rifanno i calcoli di pena nei confronti degli affiliati (presunti, fino a condanna definitiva) alla ’ndrangheta accusati di aver messo in piedi una serie di cooperative da sfruttare per ottenere lavori a spese del fisco. E le nuove condanne sono clamorosamente più alte rispetto a quelle inflitte sia in primo grado che, poi, in Appello. In alcuni casi le pene sono state addirittura raddoppiate.
La vicenda riguarda le attività della locale di Fino Mornasco, connesse con una serie di bancarotte fraudolente ma anche di estorsioni, botte, minacce e l’immancabile traffico di sostanze stupefacenti. Un’indagine nota come “Cavalli di razza” che nel dicembre 2022 aveva portato, con rito abbreviato, a 34 condanne. Tra questi anche due donne, considerate (caso più unico che raro) affiliate alla malavita calabrese. Ecco, proprio le due donne sono le uniche – o le poche – per le quali le pene non sono aumentate. Si tratta di Carmela Consagra nata a Rovello Porro 57 anni fa e residente ad Appiano Gentile, e di Elisabetta Rusconi, nata a Como e pure lei residente ad Appiano Gentile, 60anni. Entrambe erano state condannate 7 anni e 8 mesi di carcere, ma se la pena per Rusconi è stata confermata, per la prima è stata ridotta a 5 anni e tre mesi.
Donne dei clan
Le due donne sono le mogli di due imputati del procedimento: Consagra dell’ex boss della locale di Fino Mornasco, Bartolomeo Iaconis, la cui è passata da 11 anni e 8 mesi a ben 18 anni di carcere; Rusconi del suo braccio destro Alessandro Tagliente, ex presidente della squadra di calcio del Cadorago, in una delle ere più buio per il comune comasco (Tagliente è stato condannato in appello a oltre 16 anni di carcere).
Tra le contestazioni principali mosse ad alcuni degli imputati dalla Procura antimafia, che aveva indagato con la Guardia di finanza di Como e la Squadra mobile di Milano, il fatto la ’ndrangheta avesse cercato di terrorizzare i dipendenti della Spumador per mettere le mani sulla gestione dei trasporti dell’impresa di Cadorago. Ecco i condannati su questo fronte, Antonio e Attilio Salerni, hanno visto lievitare la pena a 9 anni e 4 mesi a ben 13 anni per Antonio e 12 anni e otto mesi per Attilio, con la conferma della confisca delle quote della loro Sea Trasporti srl di Lomazzo.
Associazione mafiosa
Lievitano anche pene per gli imputati riconosciuti colpevoli di associazione mafiosa: Tommaso Alessi, presunto affiliato alla locale di Fino Mornasco, da 7 anni e 2 mesi ora è arrivato a 13 anni e 4 mesi di carcere; Michelangelo Belcastro di Bulgarograsso era stato condannato a 9 anni e 4 mesi ora, sentenzia la Corte d’Appello di Milano, dovrà scontarne 14 anni di anni. E ancora: Michelangelo Larosa e Pasquale Larosa se l’erano “cavata” con 6 anni e mezzo di carcere. Michelangelo s’è visto affibbiare una condanna a 16 anni e 6 mesi, Pasquale a 15 anni e 8 mesi.
Vincenzo Palmieri di Carbonate ha avuto un aumento di sei mesi (7 anni e 4 mesi ora). Pena raddoppiata per Antonio Valenzisi di Cadorago (ora siamo a 20 anni e 9 mesi), quasi sette anni in più per Roberto Valenzisi di Lomazzo (17 anni).
Si alzano anche le condanne per traffico o spaccio di droga. Tra gli altri: il giovane Alex Primerano da 7 anni e 4 mesi è passato a 10 anni e 2 mesi di pena. Unica eccezione al ribasso Roberto Mandaglio di Pusiano, 6 anni e 8 mesi, un mese di sconto.
I giudici hanno confermato la confisca complessiva di oltre 5 milioni e mezzo di euro, beni in parte già sequestrate dagli inquirenti.
Ora il fascicolo tornerà in Cassazione, dalla quale era arrivato dopo che i giudici della Suprema corte avevano in parte annullato la precedente sentenza di secondo grado proprio per questioni relative al ricalcolo delle pene finali. In Cassazione è atteso anche l’arrivo del filone passato in dibattimento, sempre inerenti all’operazione “Cavalli di razza”.