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Milano, l’arcivescovo Delpini: «Troppo spesso la casa è usata per fare soldi e nella sanità i privati fanno affari. Sembra che la città non voglia i cittadini»

di
Redazione Milano

L’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha pronunciato il Discorso alla città e alla Diocesi nella Basilica di Sant’Ambrogio. Il riferimento ai giovani: «Alcuni che purtroppo trasformano la paura della vita in minaccia e aggressione». Sul welfare: «Preoccupa il declino»

«L’impressione del crollo imminente della civiltà, della rovina disastrosa
della città segna non raramente anche la storia di Milano. Possiamo anche
oggi riconoscere segni preoccupanti e minacce di crollo e possiamo domandarci: veramente il declino della nostra civiltà è un destino segnato? Ci sarà una reazione, una volontà di aggiustare il mondo, un farsi avanti di uomini e donne capaci di sognare, di impegnarsi, di contribuire a una vita migliore per la casa comune?». Lo ha detto l’arcivescovo di Milano, Monsignor Mario Delpini, in occasione del tradizionale discorso alla
città e alla Diocesi alla vigilia di Sant’Ambrogio. «Ci sono minacce che insidiano la casa comune – ha proseguito -. Il rischio non è che ne venga un qualche danno che poi si potrà riparare. Il rischio è quello di essere tutti travolti da un crollo rovinoso che lascerà solo macerie. Il sistema nel suo
complesso sembra minacciato di crollo».

Una città che non vuole i cittadini

In un altro passaggio del suo discorso l’arcivescovo ha fatto riferimento alla difficoltà abitativa: «Chi cerca casa in città si vede chiudere la porta in faccia. Non di rado si trova davanti persone (o agenzie) senz’anima e senza scrupoli: “Non hai abbastanza soldi, né credito”; “Non sei abbastanza italiano”; “Non voglio fastidi, preferisco lasciare la casa vuota”; “Dare casa a te e alla tua famiglia mi rende meno che darla per affitti brevi…”. Sembra che la città non voglia cittadini. Si usano le case per fare soldi, invece che per ospitare persone. Forse poi i cittadini rimasti si lamenteranno per la mancanza di operai, di infermieri, di insegnanti, di camerieri, di tranvieri…». Delpini ha dato un titolo al Discorso alla Città e alla Diocesi: «Ma essa non cadde. La casa comune, responsabilità condivisa». E infatti «Le città che non vogliono cittadini», sono indicate dall’arcivescovo tra i «segnali» di «rischio di crollo della casa comune».

La reazione dei giovani alla paura

Delpini ha parlato anche della condizione dei giovani che, a volte, «trasformano la paura della vita in minaccia e aggressione». Si tratta di «una generazione che non vuole diventare adulta per paura del futuro» e questo è anche colpa degli adulti che dovrebbero rendersi conto che, con il loro stile di vita e con il tono dei discorsi, «non trasmette ai giovani buone ragioni per desiderare di diventare adulti, di fare scelte definitive, di formare una famiglia e di avere figli». «Perciò, accanto a ragazzi e ragazze che si impegnano per mettere a frutto le proprie doti per il bene di tutti, ci sono alcuni che purtroppo trasformano la paura della vita in minaccia e aggressione – evidenzia Delpini -. Ci sono alcuni, a quanto sembra sempre più numerosi e sempre più giovani, che si isolano, si arrendono, si difendono a loro modo». «Per alcuni la difesa è lo sballo, la ricerca di artificiosa eccitazione, di un anestetico per l’angoscia. Una sorta di evasione che sviluppa dipendenze da droghe, dal gioco, dall’alcol, dal sesso – conclude Delpini -. Il fenomeno ha proporzioni drammatiche e troppe persone e istituzioni non ne sono adeguatamente consapevoli».

Welfare in declino

Il welfare in declino, oltre alla crisi abitativa, è un problema a cui la politica ma non solo, la società in generale, è chiamata a dare risposte. Un altro «segnale preoccupante», tra quelli che ha individuato nel suo discorso, è «un sistema di welfare in declino e la paura di essere malati». «Sono in molti a denunciare le crepe preoccupanti del sistema sanitario – ha sottolineato -. Non si può ignorare che a volte la paura di ammalarsi e la pretesa di guarire esercitano una pressione sul personale sanitario che giunge fino alla violenza». Poi c’è la preoccupazione per le «liste di attesa, la dilatazione insopportabile dei tempi, il privilegio accordato a chi ricorre alla sanità privata a pagamento. Sono tutti aspetti inquietanti. Il privato profit fa della salute un affare – ha concluso -. Il privato non profit in ambito socio-sanitario si sente spesso ignorato e perfino mortificato. Gli ospedali pubblici e le loro eccellenze rischiano di essere screditati».

Le carceri e la Costituzione tradita

Ci sono poi le parole sull’«intollerabile situazione delle carceri e della repressione come unica soluzione». Delpini ha evidenziato le condizioni di vita dei detenuti a causa del sovraffollamento e criticato il modo in cui questo viene affrontato dalla politica, cioè pensando di realizzare nuovi
penitenziari. «La Costituzione della Repubblica italiana è tradita per le pessime condizioni dei carcerati e per la formazione e il trattamento
del personale della Polizia penitenziaria. La Costituzione è tradita per la
sempre maggiore recrudescenza delle norme. La Costituzione è tradita per la scarsissima accessibilità dei percorsi di reinserimento sociale dei condannati. Le condizioni di squallore, di degrado e di violenza non facilitano il riconoscimento del male compiuto. Piuttosto suscitano rabbia,
risentimento, umiliazioni».

Il capitalismo individualista

L’arcivescovo ha infine mosso un’aspra critica al capitalismo individualista. «La città diventa appetibile per chi ha molto denaro da riciclare – sottolinea – . Il denaro sporco, con il suo fetore di morte, invade la città grazie a persone contagiate dall’indifferenza, dalla paura o dall’avidità e propizia il diffondersi di virus pericolosi per l’economia della gente onesta». «Nella capitale finanziaria, come viene definita Milano, si riconoscono i peccati capitali della finanza, intesa come l’astuzia di far soldi con i soldi – spiega ancora -. Il capitalismo malato è a servizio dell’individualismo e ignora la funzione sociale e la responsabilità morale della finanza»

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5 dicembre 2025 ( modifica il 6 dicembre 2025 | 08:04)